Friday, August 15, 2008

Libertà sessuale

Libertà sessuale

Giovedì 15/03/2007 (Quinta-feira)

Mattina. In riva al mare trovo due ragazzi del gruppo di Modena. Riccardo è il più “vispo”: si dà un certo d’affare con le ragazze della spiaggia.
Dice che qui è tutto troppo caro: meglio la Thailandia. Chiacchieriamo un po’.

– Vi ho visti ieri mattina insieme con la mia amica Michelle. L’avevo conosciuta per caso il giorno prima ad un Internet-point; mi ha lasciato il suo numero di telefono, ho provato a chiamarla, ma non era in casa.
– La conosci anche tu? Michelle ha 25 anni e ieri l’ho scopata. La sua amica più giovane, invece si è fatta solo baciare…Ne ha appena 18 e sogna ancora Julio Iglesias…
– Ah!...Complimenti!... Avete fatto presto…– commento nascondendo l’invidia.
– Se hai il telefono di Michelle, perché non la chiami? Sarei curioso di sapere le sue reazioni –. Strano: chiede a me di telefonare alla ragazza quando è lui che se l’è fatta. Evidentemente non è riuscito ad agganciarla per il seguito delle vacanze.
– Sì, mi ha dato il suo numero ma non penso di chiamarla. Ieri, quando ci siamo visti nel bar lei ha fatto finta di non conoscermi perché sa che ho finito le vacanze. Domani riprendo l’aereo per l’Italia. Michelle cerca la compagnia di un italiano con dei soldi per almeno una settimana o due –.

Mentre stiamo parlando, si fa avanti un venditore di collanine che prova a piazzare qualche suo articolo a noi tre italiani, aiutandosi con qualche parola nella nostra lingua.
Proprio di fronte al nostro gruppetto, nel breve tratto di spiaggia che ci separa dall’acqua, da qualche minuto si era venuta a stendere una ragazza di carnagione chiara, con morbide curve, poco più che ventenne. Attrae inevitabilmente la nostra attenzione. È coricata a pancia in giù, con il viso rivolto verso di noi, sensuale ed invitante. Sfoglia distrattamente una rivista. Io ci proverei, ma il probabile arrivo di Bete mi fa scartare l’idea. Do un buon suggerimento a Riccardo:

– Perché non ci provi? Regalale una collanina del nostro amico qui, facendola scegliere direttamente alla ragazza. Se lei ha un minimo di interesse, l’aggancio è fatto.
– Buona idea, grazie –.

Riccardo e l’amigo venditore si avvicinano alla garota, ma dopo una lunga trattativa la fanciulla, cortese e sorridente ma irremovibile, declina l’offerta. I due sono costretti a desistere. Eppure Riccardo non è brutto ed ha quasi 10 anni meno di me.
Ancora qualche minuto di chiacchiere e commenti, poi i due modenesi se ne vanno. Io rimango sotto il mio sombrero e la ragazza un po’ più in là. La marea porta le onde vicino ai suoi graziosi piedini. Sposta il telo e si avvicina di qualche metro, nella stessa posizione, bocconi, con il viso rivolto verso l’avenida, verso di me. È un invito? Il linguaggio del corpo è da manuale, ma se non ce l’ha fatta Riccardo che è meno ciccio e più giovane di me, che speranze posso avere io con una che ha meno della metà dei miei anni?
La mia sirena fa finta di leggere, ma il suo viso è nella mia direzione: è pressoché stesa ai miei piedi. Ogni tanto alza gli occhi dalla rivista e i nostri sguardi si incrociano rapidi. Passa qualche minuto di febbrile, spasmodica attesa: sono teso e concentrato come un marine poco prima dello sbarco in Normandia.
La tentazione è forte, ma la possibilità che arrivi Bete mi trattiene. Alla fine risolvo di provarci: succeda quel che succeda. Penso alla modalità di approccio: Gosto beber uma cerveja? (Ti va di bere una birra?): non ho un gran repertorio di parole, ma qui non serve. L’importante è avere un po’ di decisione e di faccia tosta; non è come in Italia, dove più si parla e meno si scopa.
Proprio quando sto per aprir bocca, la ragazza si solleva con mossa rapida e corre a fare il bagno. La mia manovra di aggancio è rimandata al suo ritorno. Il bagno va un po’ troppo per le lunghe. Ad un certo punto la vedo gesticolare e, dall’acqua, fare ampi movimenti con le braccia nella mia direzione, come per invitarmi a raggiungerla.
Come mai questa confidenza? Non ci siamo neppure parlati… Potenza della comunicazione non verbale…o forse mi ha letto nel pensiero? Qualche secondo di drammatica indecisione, poi dal muretto alle mie spalle scende un giovane nero e fustacchione che raggiunge in acqua la mia Venere. Sono chiaramente amici, probabilmente anche intimi, nel senso che scopano insieme. Lei gli fa le feste, lo abbraccia, gli sale sulle spalle, ma pur con tutta quella confidenza, mi sembra che i gesti di lui non siano di totale disponibilità e complicità come avviene fra due che stanno assieme.
Be’, io non ho una gran pratica di queste cose e poi i codici del comportamento di coppia, qui in Brasile, sono completamente, meravigliosamente diversi da quelli di casa mia.
Ecco, è questa la libertà sessuale, il piacere innocente, il Paradiso dei sensi che si è perso per sempre in Italia. Fare l’amore perché così vuole la nostra natura; il sesso come amicizia, scoperta, comunicazione, esperienza dell’altro; godimento, soddisfazione reciproca, ma senza sovrapporre allo spontaneo istinto naturale gli schemi, gli egoismi, l’asfissiante lealtà, i sacri giuramenti, i seriosi impegni, lo spietato do ut des dei sentimenti, il mortificato erotismo, il sacrificio del vivere in coppia secondo l’italian way of life.
Distratto dai miei pensieri, perdo di vista i due giovani licenziosi, latte e caffè, che mi avevano procurato quella illuminazione, nel senso del poète maudit, Arthur Rimbaud. Bete, la mia segunda mulher è arrivata. Mi sento “Dino Flor e le sue due mogli”…

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