Monday, June 09, 2008

Sex and the city

Sex and the city

Domenica (ore piccole) 11/03/2007 (Domingo: primeiras horas)

Ancora qualche bacio. La invito a fare la doccia. È perfettamente a suo agio e si muove per casa con la più grande naturalezza. Si spoglia senza alcuna esitazione. Io la seguo sotto l’acqua quente. Afferro il sapone e mentre stringo e bacio la mia compagna accarezzo il suo corpo umido cospargendolo di schiuma. Insisto soprattutto nelle parti intime. È molto eccitante. L’uccello si risveglia e comincia a volare. Lo muovo su quella pelle morbida e lubrica ma vuol sempre tornare verso il nido, nell’incavo fra le gambe. Lei si stringe a me e risponde ancheggiando divertita alle mie spinte con il bacino. La destra si è aperta un pertugio fra le sue cosce, scivolando con mossa sicura nel solco naturale che congiunge le natiche alle grandi labbra. Al termine della doccia, asciugo la mia donna con pochi ma appassionati gesti da amante, strofinandola delicatamente con il telo da bagno.
Finalmente è nuda, calda e disponibile sul mio letto: un miracolo se penso ai decenni di vacche magre e forzata astinenza che ho dovuto sopportare in quella città di mummie e sfingi che è tuttora Ferrara. Ho intenzione di dare sfoggio delle mie arti amatorie. Trattamento delle grandi occasioni. Cinque stelle, categoria lusso. Le salgo sopra: baci, carezze e succhiotti ai capezzoli; poi scendo rapidamente nell’area proibita del sottocintura. Trovo una comoda sistemazione davanti al mio parco giochi preferito, con il viso affondato fra le cosce e le mani libere di svagarsi in giro. La lingua inizia un delicato ma deciso movimento in su e in giù, alternato ad oscillazioni della testa lungo l’asse longitudinale, movimenti rotatori, risoluti “affondi” del naso usato come il vomere di un aratro su quel ubertoso campicello, e risucchi applicati alla punta del clitoride che ha già fatto capolino fra l’umida erbetta come un fungo dopo la pioggia.

Ben presto il suo bacino comincia a muoversi ritmicamente offrendosi ai passaggi radenti della lingua, sempre più tesi e frenetici. Ottengo dei languidi: “
Bom, bom!…”…”O meu amor!…”, sospiri, tremiti e infine gli spasmi del piacere.
Soddisfatto, con la bocca impasticciata di muco vaginale, il naso umido come quello di un cane – il miglior amico dell’uomo ma anche, evidentemente, della donna –, calo l’asso di bastoni che non mostra tutto il vigore dei bei (?) tempi andati, ma insomma, si difende. Mentre sono lì che penetro con un certo impegno la mia partner – la lingua nella sua bocca e il membro in vagina – la mia inesauribile fantasia mi induce a sperimentare altre emozioni, a sondare nuovi punti di piacere.
La destra accarezza lo spazio umido e molle che sta attorno al parco dei divertimenti. Le dita incontrano il buchetto dell’ano, tutto chiuso. Mi tenta. Lubrifico l’indice intingendolo come una penna nel calamaio mucoso dove già si trova la più grossa stilografica. Lambisco l’orlo del buchetto con il dito inumidito e poi lo spingo un po’ dentro per saggiare le reazioni della mia partner. Si sta godendo un bel film erotico che mi piacerebbe definire “lungometraggio”, ma si tratta, ahimè, di un filmato di media lunghezza se non proprio un “cortometraggio”; comunque, nessuna reazione di stop da parte di lei. Bene, procediamo. Delicatamente allargo l’orifizio con piccoli movimenti rotatori e contemporaneamente applico una leggera spinta verso l’interno. Quando sento la parete del piccolo tunnel un po’ asciutta, allento la tensione, estraggo la sonda e la cospargo con il succo di fica che fuoriesce dalla sua sede. Tutto procede a gonfie vele. La cavità anale risponde bene alla penetrazione. Al tatto appare pulita e ben lubrificata.
Cambio dito. Tolgo l’indice che ha fatto da apripista e introduco il pollice, più corto e meno agile ma più grosso. Con questo, stantuffo il retto della mia collaborativa amante mentre non smetto di penetrarla nel canale più ortodosso con l’organo a ciò preposto. La manovra è piacevolmente porca ma non è sufficiente a farmi venire. Bete, invece, dovrebbe essere al suo secondo orgasmo. Afferro la mia docile compagna e la invito a porgermi le terga. Il breve intervallo fra la precedente e l’attuale posizione alla pecorina è sufficiente a farmi perdere l’erezione: sono quei momenti in cui uno rimpiange di non aver fatto ricorso alle miracolose pillole che la chimica farmaceutica ha messo a disposizione dell’uomo moderno.
Scuoto un po’ il membro per risvegliarlo dal suo torpore, riuscendo in qualche modo a infilarlo nella fica ben aperta e liquorosa. Ma non dimentico l’altro canale, anch’esso discretamente dilatato e invitante. Di nuovo con il pollice faccio provare alla mia femmina i piaceri della doppia penetrazione – o almeno così mi illudo. Ancora non riesco a venire. Tra l’altro, tutti quei movimenti a cui non sono abituato, mi hanno affaticato terribilmente e sono tutto gocciolante. Tuttavia non mi do per vinto. Riporto Bete in posizione supina, deciso a mettere in atto la manovra che ha le maggiori probabilità di procurarmi un godimento completo. Mi sistemo a cavalcioni di fronte al suo viso, protendendo il mio scioperato strumento di piacere.
Ogni donna, da quel che ho potuto ricavare dalla mia carente educazione erotica, ha un suo modo di fare un pompino, così come ogni uomo ha un suo personale modo di gradirlo e gustarlo. Come sempre, si tratta di un problema di comunicazione…orale e di sensibilità reciproca.
Bete interpreta la cosa afferrando il mio pene, muovendolo a destra e sinistra sulle labbra semiaperte, soffregando la lingua sul prepuzio. Non è una soluzione particolarmente piacevole per me. Preferisco la penetrazione o per meglio dire, l’ingoio della carne, approfondito e prolungato, lento e continuo, con un moto ondulatorio esercitato su tutta l’asta, le labbra ben aderenti alla sensibilissima epidermide dell’uccello. I denti, o il casuale sfrigolio di questi sul prepuzio, non li gradisco proprio, anzi, rendono un po’ doloroso il contatto e mi fanno perdere la concentrazione.
Afferro dolcemente la testa di lei e senza parlare la guido in modo da ottenere il movimento che prediligo. Spingo ritmicamente il suo capo verso il mio bacino, senza forzare, fin quasi alla radice del membro, oppure trattengo la sua testa e muovo verso di lei entrando nella sua bocca fino a fine corsa. Quando la vedo un po’ stanca, estraggo il cazzo e glielo strofino sul viso, lasciandola riprendere fiato. C’è ancora qualcosa che vorrei farle comprendere ed è che sono troppo sensibile al contatto accidentale con la dentatura. Per evitare questo fastidioso attrito, il pene deve protendersi in direzione perfettamente perpendicolare alla bocca della donna, ovvero la testa di colei che opera deve trovarsi e muoversi ad angolo retto rispetto al bacino di lui. Le posizioni angolate, come quando la testa della femmina è appoggiata al cuscino, purtroppo non favoriscono la perfetta frontalità fra la bocca e l’organo; come quando si vuole avvitare un dado al bullone: i due oggetti devono essere perfettamente perpendicolari fra loro perché uno “ingrani” nell’altro.
Ad ogni modo, pur con tutta la servizievole buona volontà della signora, neppure in quel modo riesco a godere. Sono in un bagno di sudore, il cuore è in affanno e anche la mia partner appare provata. Alla fine getto la spugna. Rifacciamo la doccia. Bete mi è infinitamente grata: ha avuto due orgasmi ed è profondamente dispiaciuta che io non sia riuscito a venire. Sono sfinito. Ho le palpitazioni. Mi stendo sul letto e cerco di dormire. Lei si corica al mio fianco e si addormenta bocconi. Che strana, insolita sensazione quella di avere una donna nuda al tuo fianco che vorrebbe essere tua e che tu hai cercato di possedere in tutti i modi senza riuscirci. Un misto di orgoglio virile e di frustrazione.

Labels:

2 Comments:

Blogger kristallino said...

non capisco... sembra che il tuo diario sia sfasato di un anno!
che genere di libri scrivi?
ciao

2:58 PM  
Blogger Feroce Saladino said...

Ciao Luciano
in effetti il mio Diario è sfasato di un anno perché si riferisce ad un viaggio avvenuto proprio nelle date riportate all'inizio del post.
Qui ci capito raramente, ma lo stesso contenuto lo trovi nell'altro mio blog, quello principale: http://blog.libero.it/ferocesaladino dove sono avanti di qualche giorno e il libro sta per concludersi.

7:55 AM  

Post a Comment

<< Home