Donne fatte a pezzi 1
L’obbiettivo di questa riflessione su alcuni aspetti del carattere della mia ultima corrispondente (principessaazzurra68) è già stato chiarito nel post con lo stesso titolo pubblicato il 17/12/06.
Cosa rimane da dire che non sia già stato affrontato nel dialogo appena concluso? Non molto. La mia Principessa Azzurra nutre evidentemente un sogno romantico. Fa capire o dà ad intendere di avere un uomo, ma evidentemente non ne è soddisfatta o questi non è sufficientemente “impegnato” nella relazione o affidabile – e infatti al primo posto nella lista delle cose che non sopporta ci sono i “capricciosi/ vigliacchi/ inconcludenti” – per cui lei tiene aperta una possibilità di conoscenza tramite Internet, quasi che il web possa procurarle il miracolo. Glielo auguro di tutto cuore.
Certamente entrambe questi estremi sono frutto della diversificazione sessuale che comporta esigenze diverse fra i due generi, ma penso contengano anche una buona dose di egoismo. Dell’egoismo maschile, si è parlato e sparlato moltissimo, soprattutto negli ambienti femministi, fino a farlo diventare un luogo comune. Esaminiamo invece, per un attimo, l’egoismo femminile.
Se l’uomo riscuote un notevole successo con le donne, una sola non gli basta e, tendenzialmente, per la legge della domanda e dell’offerta, potendo scegliere la condizione a lui più favorevole, non va certo a cacciarsi nella mortificante soluzione del rapporto monogamico, dove tra l’altro gli verrebbe sempre richiesto di tributare onori e magnificare la sua unica partner.
A ben vedere, nel fondo di questo inconfessato desiderio femminile - che si manifesta soprattutto nelle donne mature, dopo i 30-35 anni, interessate ad una relazione stabile o al matrimonio - c’è la volontà di vampirizzare l’uomo, di essere al centro delle sue attenzioni, di contrastare e annullare le spinte eversive del maschio che vanno in senso opposto alle tipiche necessità della sua compagna: poter contare sul sostegno e sulla presenza di un partner “affidabile” per allevare la prole, proteggere la famiglia e provvedere al meglio per le necessità, anche economiche, della convivenza.
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