Monday, February 12, 2007

Donne fatte a pezzi 1


L’obbiettivo di questa riflessione su alcuni aspetti del carattere della mia ultima corrispondente (principessaazzurra68) è già stato chiarito nel post con lo stesso titolo pubblicato il 17/12/06.
Cosa rimane da dire che non sia già stato affrontato nel dialogo appena concluso? Non molto. La mia Principessa Azzurra nutre evidentemente un sogno romantico. Fa capire o dà ad intendere di avere un uomo, ma evidentemente non ne è soddisfatta o questi non è sufficientemente “impegnato” nella relazione o affidabile – e infatti al primo posto nella lista delle cose che non sopporta ci sono i “capricciosi/ vigliacchi/ inconcludenti” – per cui lei tiene aperta una possibilità di conoscenza tramite Internet, quasi che il web possa procurarle il miracolo. Glielo auguro di tutto cuore.







Nella scheda aveva espresso la sua idiosincrasia per gli uomini sposati o in altra maniera impegnati che non le andrebbero bene neppure come amici in quanto non disporrebbero di tempo libero ma solo di ritagli!... E’ una vera e propria ossessione femminile, questa di avere l’uomo in esclusiva, che ha il suo omologo nell’ossessione maschile, diffusa in epoche passate ma anche attualmente presso le società arcaiche, per l’illibatezza della sposa.
Certamente entrambe questi estremi sono frutto della diversificazione sessuale che comporta esigenze diverse fra i due generi, ma penso contengano anche una buona dose di egoismo. Dell’egoismo maschile, si è parlato e sparlato moltissimo, soprattutto negli ambienti femministi, fino a farlo diventare un luogo comune. Esaminiamo invece, per un attimo, l’egoismo femminile.


La donna avrebbe la pretesa di legare totalmente a sé un uomo, di averlo tutto per sé stessa, disponendo completamente della sessualità di questi, della sua energia e capacità riproduttiva, lavorativa e intellettiva. Ma nel contempo, preferisce l’uomo forte, deciso, “maschio” e intraprendente con le donne, non rendendosi conto che tale atteggiamento selettivo è una contraddizione di termini.
Se l’uomo riscuote un notevole successo con le donne, una sola non gli basta e, tendenzialmente, per la legge della domanda e dell’offerta, potendo scegliere la condizione a lui più favorevole, non va certo a cacciarsi nella mortificante soluzione del rapporto monogamico, dove tra l’altro gli verrebbe sempre richiesto di tributare onori e magnificare la sua unica partner.
A ben vedere, nel fondo di questo inconfessato desiderio femminile - che si manifesta soprattutto nelle donne mature, dopo i 30-35 anni, interessate ad una relazione stabile o al matrimonio - c’è la volontà di vampirizzare l’uomo, di essere al centro delle sue attenzioni, di contrastare e annullare le spinte eversive del maschio che vanno in senso opposto alle tipiche necessità della sua compagna: poter contare sul sostegno e sulla presenza di un partner “affidabile” per allevare la prole, proteggere la famiglia e provvedere al meglio per le necessità, anche economiche, della convivenza.
Più o meno consciamente, la donna che vorrebbe ottenere tutto questo dal proprio partner è in pace con la propria coscienza, non si sente un po’ prevaricatrice, non si accorge di porre degli impegnativi “paletti” al libero godimento dei piaceri d’amore in quanto il suo punto di vista non viene da lei percepito come una limitazione della libertà altrui, ma come un valore positivo in senso assoluto, non legato alla necessità di soddisfare le proprie muliebri esigenze, e “ripaga” il compagno che accetta tali condizioni, con la propria fedeltà, dedizione, attenzioni e premure domestiche.

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