Ripetizione dell’incipit, con aggiornamento:
Mi ispiro ad un famoso saggio di Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, per esprimere con un titolo in sintonia la natura di ciò che verrà pubblicato su questo blog. Si tratta sostanzialmente di un “carteggio” informatico, un epistolario elettronico frutto di alcuni anni di navigazione in Rete e di frequentazione delle community virtuali. E’ un archivio privato e segreto che si vuole portare alla luce per dare un contributo scientifico e oggettivo ad una materia così travisata, gonfia di luoghi comuni, di mistificazioni e pregiudizi - e al contempo assai poco studiata e conosciuta - come quella dei rapporti uomo-donna al tempo di Internet. A causa del suo contenuto vagamente eversivo e non politically correct, pur nella sua cruda sincerità, tale ambizioso programma potrebbe risultare antipatico al gentil sesso, ma non vi è alcuna intenzione polemica: i dialoghi sono riprodotti fedelmente, senza manipolazioni o censure, slegati da qualunque tesi preconcetta.
W. Benjamin affermava che l’opera d’arte suscettibile di riproduzione perde, rispetto all’originale, la sua aura di unicità creativa, la sua irripetibilità storica, la sua condizione di unicum culturale: chissà se anche la donna moderna, nell’epoca di Internet, ha perduto qualcosa della sua aura di femmina…
[per il seguito, vedi il post precedente con lo stesso titolo]
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